La prima frase compiuta che ho scritto – e che mia mamma, mio padre e la mia maestra ricordano ancora MOLTO bene – era alle scuole elementari. Ci ho messo molto impegno in quelle 4 righe che affermavano che mia mamma era incita di un giocatore di hockey che non era mio padre. Così la maestra ha chiamato a casa chiedendo se andava tutto bene (e non sto scherzando). Non so perchè l’ho fatto e oggi mi giustifico dicendo che sono sempre stata una tipa un po’ creativa. 🙂 🙂 🙂
A parte l’aneddoto imbarazzante, scrivo da sempre e da sempre amo scrivere.
Alla domanda “Ma tu, per chi scrivi? Per te stessa o per gli altri?” non ho mai saputo rispondere. Perchè io scrivo per me stessa, certo: vi potrei quasi dire che è una terapia. Ma non posso negare che scrivo anche per gli altri, per condividere pensieri e tematiche, per suscitare qualcosa, che sia anche indifferenza. E non nego che quando mi dicono “brava, mi piace come scrivi”, ne sono felice.
Scrivere è la mia finestra sul mondo, il miglior modo per essere me. Per questo scrivo di tutto e dappertutto: da parole o frasi nelle note del telefono, a concetti da approfondire su post-it, ai sogni in piena notte, nel mio quaderno dei sogni (che è super top secret! 😉 ).
La cosa più bella che ho scritto non l’ho mai detta a nessuno, ma vi dico dove sono quelle parole: in un tempio in Giappone, su una tavoletta di legno a forma di volpe, dove le persone scrivono le proprie preghiere. Non dimenticherò mai quella frase, uscita in 3 secondi, che ora è appesa insieme ad altre migliaia di tavolette. Sono felice che sia lì perchè sono proprio io, dall’altra parte del mondo.
Devo ammettere che a volte ne ho anche approfittato – sapendo essere il mio forte – scrivendo invece di parlare (parlare non mi riesce sempre così bene, essendo una impulsiva, 80 volte su 100 dico le cose con tono sbagliato e 7 nano secondi dopo me ne pento). A volte ha funzionato, a volte è stato un boomerang micidiale perchè, non dimentichiamocelo mai, le parole scritte e inviate sono indelebili.
Per me la scrittura è un istinto, è una cosa innata che sento nello stomaco, nella testa, nelle dita. E, forse proprio per questo, mi ha insegnato a riflettere, a conoscermi meglio e, in parte, a conoscere gli altri.
Non so come andranno le cose, se continuerò a scrivere con così tanta passione, se scriverò un libro che venderà milioni di copie nel mondo (oh!) o se questo blog continuerà ad essere fonte di così tante soddisfazioni. Ma so di certo che scrivere mi ha resa ciò che sono, mi ha trascinata fuori da momenti bui e me ne ha fatti vivere con intensità altrettanti meravigliosi. Non potevo desiderare di meglio.
Se dopo aver letto questo sfogo acqua e sapone,
non vi “innamorate” di Fedev
che vi ha aperto l’anticamera del suo cuore,
allora non avete ancora sofferto abbastanza.
Io posso solo volergli un impulsivo gran Bene.
Cuori cuori e ancora cuori per te.