Suits

Bellezze e paradossi di Suits

Bellezze di questa serie TV ne trovo una su tutte: Harvey Specter. Quel gran figo di Harvey. L’uomo che tutte le donne vorrebbero al proprio fianco (e, con “tutte”, intendo io 🙂 ).
Bellezze sono i luoghi di New York, i casi intricati che gli avvocati devono affrontare, il rapporto d’amicizia e stima reciproca fra Harvey e Mike Ross e il geniale, comico e controverso Louis Litt. Non da ultimo, bellezza di questo telefilm è la ricchezza sfacciata, in ogni sua forma: dai ristoranti ai loft, dagli uffici alle auto (con autista, naturalmente), dai vestiti agli accessori delle protagoniste (considerate che l’abito meno costoso vale mezza mensilità di una persona mediamente ricchissima).

Però. Ora arriva il però. Ci sono anche dei paradossi. Perchè va bene tutto eh, capisco che si tratti di una serie TV ma anzi, proprio perché è composta da molte puntate, dovrebbero variare un po’ su certi dettagli che, alla lunga, diventano quasi comici. Per esempio:

– Quando le scene sono ambientate al ristorante, nessuno riesce mai nemmeno ad ordinare un aperitivo perché la discussione termina SEMPRE prima di poter ordinare anche solo un’oliva. Gran peccato eh, mi sarebbe piaciuto vedere Harvey masticare. Perchè sono certa che nessun altro uomo al mondo mastichi come mastica lui.

– Le protagoniste indossano scarpe Louboutin tacco 15 tutto il santo giorno. Dai. Diciamocelo. Bellissime, oserei dire uniche… ma scomode come l’influenza intestinale. Nemmeno una macchina programmata per uccidere riuscirebbe a tenere ai piedi delle Louboutin tutto il giorno e poi – pure! – tornare a casa in metropolitana (e qui entriamo proprio nella fantascienza).

– Non si sa come facciano ma i protagonisti riescono SEMPRE ad arrivare direttamente al domicilio di chi stanno cercando. Forse a NY hanno degli indirizzari aggiornatissimi e soprattutto aperti a chiunque voglia sapere in che via (e numero civico) abiti. La privacy non vive in America. E non è tutto. Suonano sempre direttamente alla porta. Ma come, siamo nei grattacieli di New York! Dove sono le portinerie?

– Alla base della piramide alimentare dei protagonisti ci sono hot dog e bagels. Ma morire se qualcuno ha anche solo mezza maniglia dell’amore.

– I protagonisti spesso lavorano anche di notte. E questo lo si capisce solo dal fatto che il mattino seguente hanno la camicia un po’ stropicciata. Per il resto sono freschi come le rose: trucco e parrucco fanno invidia ad una sfilata d’alta moda di Christian Dior.

– Le frasi ad effetto e le grandi risposte vengono sempre dette quando uno dei due interlocutori sta per uscire dalla porta. Uno chiama l’altro e tac. Frase tragica che, nel 99% dei casi, lascia l’altro senza parole, ma solo con espressioni, incomprensibili, che naturalmente capirai solo se guardi la puntata successiva.

Per chiudere e a parte i paradossi comici – che naturalmente fanno parte della bellezza della finzione di un film – questa è, secondo me, una serie TV che merita di essere vista. Una delle cose che mi piace di più è la personalità dei protagonisti. Sono tutte in divenire, tutte da scoprire. Non lasciatevi quindi ingannare dalle prime impressioni… 🙂
E poi, cosa che amo, non c’è assolutamente differenza di genere o di sesso. Donna o uomo, bianco o nero, gay, etero o fluido, tutti sono e valgono esattamente lo stesso. Ed è bello ricordare questa realtà anche nella finzione.

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