Sì 20 giorni. Sì, ho questa immensa-incomparabile-sfacciata fortuna di poter avere 3 settimane di vacanza e così, anche le destinazioni più lontane, possono essere affrontate con calma e smaltendo le innumerevoli ore di viaggio. Primo errore della vacanza: aver scelto di viaggiare con la compagnia aerea (nel mio caso Air China) che ci offriva i prezzi più stracciati. Ottimo. Così abbiamo passato 8 ore di scalo a Pechino (sì, a Pechino. Da Singapore a Pechino e da Pechino in Europa. Comodo, eh?!) ferme in aeroporto perché per uscire devi avere un visto :-/ a romperci le palle nella maniera più sfiancante mai provata nella vita. Il tutto per poi affrontare un viaggio che dura ancora 11 ore. No comment. Mai-più. Piuttosto spendete di più ma prendete voli più intelligenti! 😉
A parte questo (aneddoti di non poca importanza…) ecco il mio itinerario a Bali:
- Seminyak
- Ubud
- Munduk
- Batur
- Padangbay
- L’isola di Gili Air
- Sanur
- Uluwatu
Poi volo per Singapore dove sono rimasta 2 giorni e mezzo (3 notti).
A parte a Ubud e sull’isola di Gili Air, dove ho passato 4 notti, per il resto sono restata nello stesso posto una al massimo due notti. In tutto ho cambiato 10 hotel (escluso Singapore).
Questo itinerario vi permette di girare praticamente tutta l’isola, passando anche per l’entroterra. Non visiterete però il nord, dove ci sono le famose spiagge nere. Inizialmente avevo previsto di andare anche a Nusa Lembongan, isoletta attaccata a Bali (al sud) che dicono essere bellissima. Io per un imprevisto non sono più andata ma se andate a Bali prevedetelo nell’itinerario e saltate tranquillamente Sanur e Padangbay (poi vi spiego il perché).
Per i più curiosi, vi scrivo qualche riga di commento per ogni tappa e vi metto qualche foto-simbolo 🙂 se invece non avete voglia di dettagli, subito sotto (sottolineato) trovate un commento generale su Bali.
Seminyak: sono rimasta pochissimo, solo il tempo per un giro in spiaggia e una colazione guardando l’oceano. Località turistica famosa, spiagge di sabbia chiara e oceano, quindi mare mosso e non di certo cristallino.
Ubud: è la seconda tappa più bella del viaggio. Situato nell’entroterra, attaccato alla monkey forest, è un paese davvero affascinante, seppur molto turistico. Luogo di artisti e di mercanti, troverete un mix “boho-chic” da non perdere. Da qui poi ci si sposta in giornata per andare a vedere le piantagioni di caffè e diversi templi. Nessuno di questi mi ha colpita particolarmente se non il Tirta Empul Temple: fate un bagno vestiti nelle vasche di acqua santificata ed esprimete un desiderio o pregate. E’ una bellissima esperienza. Inoltre, a circa un’ora da Ubud andate a vedere le Jatiluwih rice terrace, una distesa infinita di risaie “a terrazzo” (in tutta Bali sono disposte così) che sono patrimonio dell’UNESCO. Quando le vedrete capirete il perché…mozzafiato.
La sera sono andata a vedere uno spettacolo tipico balinese: mettono in scena delle leggende legate al loro popolo e donne e uomini ballano muovendo gli occhi in maniera assurda: li fanno roteare, guardano a destra e a sinistra e forzando molto lo sguardo. E’ incredibile…mai visto prima. Viene mal di testa solo a pensarci 😉 Il ballo viene svolto soprattutto con braccia a mani, arcuando moltissimo le dita delle mani. A me è venuta un po’ la ridarella (per loro è normale ma per noi è un po’ comico…) e devo dire la verità che un’ora e mezzo di spettacolo era forse un po’ lungo, ma è pur sempre una cosa caratteristica, da vedere. Il biglietto costa circa 3 euro.
Munduk: è la tappa più bella del viaggio. Qui vedrete la vera Bali, autentica, con risaie, campi coltivati, foreste e cascate. Questa è la Bali delle copertine delle guide e quella che nella vostra testa vi siete immaginati prima di partire. Troverete pochi turisti ed è una tappa che non potete assolutamente saltare.
Batur: e chi l’avrebbe mai detto che Bali potesse avere un vulcano? Ne ha ben 2. La tappa a Batur l’abbiamo prevista per camminare sul vulcano di notte e vedere l’alba dalla cima. E così abbiamo fatto: accompagnata da una guida, ci siamo svegliate alle 3 di notte, alle 3.30 siamo partiti, alle 6 vedevo l’alba da sopra le nuvole. L’esperienza più bella del viaggio. La salita è tosta e soprattutto non avevo le scarpe adatte. Il terreno cambia velocemente, da sassi a sabbia a lava ed è ripida. Ma, dopo aver maledetto mille volte l’idea di salire, la soddisfazione di essere arrivata e di vedere quello spettacolo è grande. Dopo l’alba, si fa un giro a piedi sulla cresta del vulcano, attivo e quindi con delle parti fumanti, e con le scimmie! Davvero bello. Ma ricordatevi che siete a Bali, non c’è nessun punto di ristoro (nemmeno per andare in bagno) e nessuna protezione dalle cadute mentre si fa il giro sulla cresta (che è larga max un metro). Quindi sconsigliato con bambini piccoli e se soffrite di vertigini/non siete pratici delle discese. Ma non fatevi frenare dalle paure, perché è un’esperienza unica.
Padangbay: è il paese da dove partono tutte le barche dirette a Lombok o alle isole Gili. Io non ho prenotato in anticipo i posti sulla barca veloce che porta alle Gili (sono 3 o 4 compagnie diverse) e ho fatto un grosso errore perché quando sono arrivata non c’era più posto e mi sono dovuta fermare una notte a Padangbay in attesa della barca del giorno successivo. Padangbay è davvero bruttina, non c’è nulla da fare nonostante la guida la indichi come “paesino tranquillo con una bellissima spiaggia di sabbia bianca”. Andateci, prendete la barca e non fermatevi un minuto di più. Non ho fatto foto :-/
L’isola di Gili Air: Le isole Gili appartengono a Lombok e non a Bali. Da Bali, ci si arriva in un’ora e mezza di barca veloce. Le isole sono 3: Gili Trawangan, Gili Meno, Gili Air. Gili Trawangan è la Rimini di Lombok: l’isola più grande, piena di turisti, feste, tutti svegli 24 su 24. Se hai dai 20 ai 30 anni o sei un festaiolo, è perfetta. Gili Meno: pochissimi turisti e strutture alberghiere, se sei un eremita è perfetta. Gili Air è una via di mezzo fra le altre due. Turisti il giusto, no feste fino all’alba ma musica dal vivo mentre si guarda il tramonto, ristorantini e relax. Tutte e tre le isole non hanno auto ma solo biciclette e hanno un mare cristallino…nulla da invidiare alle Maldive per intenderci. Per il resto giri in bici (l’isola ha una circonferenza di 7 km), bagni, letture e cocktail al tramonto. Dovevo restare solo 3 giorni, ma ho cambiato itinerario e sono rimasta 5. Ho fatto snorkeling e ho nuotato con le tartarughe marine. Quando arrivi ti dicono “Welcome in paradise” e devo dire che è esattamente così che ti immagini il paradiso. Per gli hotel (sono quasi tutti bungalow) scegliete quelli sul mare perché l’entroterra è molto meno ventilato quindi decisamente più caldo. Le isole sono di religione musulmana quindi al mattino alle 5 sentirete le loro preghiere.
Sanur: per me, da evitare come la peste. Il clou del turismo di massa. Città enorme piena di negozi per turisti, mega hotel con continental breakfast servita a tutte le ore del giorno e della notte. Mio-dio. Aiuto. 🙂 Per me è stata una tappa obbligata causa contrattempo (non sono andata a Nusa Lembongan, come vi accennavo prima, e quindi mi sono fermata qui una notte), ma sconsiglio vivamente. Ho approfittato per fare un giro in un mercato e comprare qualche regalino e ricordo della vacanza.
Uluwatu: il paradiso dei surfisti. Vento, oceano sterminato e onde. E’ un paese tutto sali-scendi quindi è d’obbligo affittare un motorino se no a piedi è una faticaccia. Ma se non siete surfisti fermatevi solo 1 giorno…non c’è nient’altro da fare se non guardare l’oceano (farci il bagno è assai complicato).
Opinione generale su Bali: la natura a Bali è bellissima. Le foreste, le cascate, le scimmie in giro come fossero per noi dei cani o dei gatti, l’oceano con il suo fascino e la sua potenza, le risaie, sono tutti aspetti che Bali offre in maniera integra e che meritano sicuramente di essere visti. Per tutto il resto, non ho trovato a Bali un’Asia “autentica”. E’ molto turistica. Non sono rimasta a bocca aperta quasi davanti a nulla (se non, come detto, davanti alla natura). E’ un punto di vista totalmente personale, ma dopo aver visitato Giappone e Cambogia, due “asie” completamente diverse ma totalmente autentiche, Bali non ha lasciato dentro di me quella sensazione di meraviglia.
Singapore: è una di quelle città futuristiche. Ricca, pulita, efficiente, sicura. Per innamorarvene vi devono ovviamente piacere le città con grattacieli e luci, ma devo dire che vale ad ogni modo la pena visitarla. Soprattutto per andare a vedere i giardini botanici e fare un giro a Marina Bay la sera. I giardini botanici sono a 3 fermate di metro dal centro e vedrete la foresta pluviale, fiori da clima tropicale mai visti prima e più di 1000 specie di orchidee! Altro che Central Park! 😉 (io non sono un’appassionata di NY… e più vedo altre città e più mi rendo conto che la metto sempre all’ultimo posto). Qui la natura è autentica e, tra l’altro, l’entrata ai giardini botanici è gratuita. A pagamento è solo l’area con le orchidee.
Per girare Singapore vi basteranno 3 giorni. Se non potete permettervi un hotel con piscina sul tetto vista baia, scegliete un hotel nei quartieri di china town o little India, così da catapultarvi in mondi colorati e incasinati, assaggiare tutti i tipi di cibo e perdervi nei loro negozi o nei mercati fino a tarda notte a comprare cose inutili. Se avete un budget alto, provate i migliori ristoranti e mangiate in riva alla baia. La città di sera è a dir poco spettacolare e ci sono moltissimi ottimi ristoranti con cucine da tutto il mondo. Ma non perdetevi almeno un pasto per strada, nei mercati e optate sempre per questi se avete budget medio o basso: sarà un’esperienza unica. Io, solo a Singapore e in 2 giorni, ho provato 4 cucine diverse e 3 di queste nei mercati: tamil, indiano, cinese, indonesiano. Il livello è altissimo sia nei ristornati che in strada.
Spero di esservi stata utile e soprattutto di essere riuscita a farvi viaggiare un po’ con me.
Vi ringrazio per avermi seguita sulle IG stories con così tanta passione, consigli e commenti. Mi sono troppo divertita e davvero mi è sembrato di viaggiare con centinaia di compagni viaggio 😉
Un grazie particolare va alla mia “reale” (intendo in carne ed ossa 🙂 ) compagna di viaggio, Amélie, come una sorella per me. Il merito dell’itinerario e della scelta degli hotel (tutto PERFETTO!) – ah, e del senso dell’orientamento 😉 – va esclusivamente a lei. Ciao poulette, alla prossima avventura!